giovedì 17 dicembre 2009

Seo: su Bing come Google

Il motore di Microsoft sta riuscendo sebbene ancora in piccola parte, a strappare un pò di visite al Big Google.

È necessario cominciare ad informarsi su cosa fare per ottimizzare il proprio sito anche su Bing, e non solo su Google come molti hanno fatto fino ad oggi.

Ho fatto alcune ricerche e questi sono i primi rudimenti di SEO per Bing da mettere subito in pratica:

  • Webmaster Tools: proprio come Google, Bing ha un suo Webmaster Tools, utile a favorire la migliore indicizzazione, inserire la sitemap e visionare le necessarie statistiche sul proprio sito. Da notare che se il vostro sito era già registrato sul database di Live, il motore non si sarà dimenticato di voi. In particolare, su Bing potrete verificare se i vostri sforzi di link building sono andati a buon fine poiché questo a differenza di Google, rende più esplicito il punteggio dato ad ogni link, da 1 a 5, cosa che potrà guidarvi ad una migliore indicizzazione. D’altronde l’importanza dei link rimane fondamentale anche sul motore di ricerca di Microsoft.
  • Anchor text: su Bing come su Google, l’anchor text dei link che puntano al vostro sito deve contenere parole chiave importanti, questo migliorerà il posizionamento del sito per le keyword prescelte. L’anchor dei link in entrata e in generale il link building ha però un maggior valore per Google, poiché questo rafforza l’aspetto logico-semantico del sito, cioè va ad avvalorare l’aspetto contenutistico di questo.
  • Title Tag e fattori on page: Bing dà un grande valore al title tag (il titolo del sito contenente la descrizione dello stesso e le parole chiave più importanti). Difatti i “fattori on page”, come la link density, il title tag, i meta tag, ecc, sono di fondamentale importanza per questo motore di ricerca, forse più che per Google.

  • Tripla corrispondenza: la “tripla corrispondenza”, formata da testo, title tag, anchor text interno ed esterno, ha molto più valore per Google che per Bing. Mentre Google prende in considerazione numerosi fattori collaterali anche esterni al sito come il Trust rank, l’età della pagina, la vicinanza / lontananza da network spontanei di link qualitativi o spammosi, ecc, Bing non sembra ancora capace di valutare questi aspetti e le sue SERP rimangono un po’ più superficiali.

I risultati di Bing e Google a confronto: quali sono i fattori che fanno la differenza sul SEO

Sebbene l’analisi di un sito specifico non sia solitamente da considerarsi rappresentativa per tutti gli altri casi, voglio citare un’interessante analisi pubblicata su SeoWizz.net, che mette a confronto le caratteristiche dei due siti in prima posizione rispettivamente su Bing e Google per la ultracompetitiva parola chiave “seo services”, cioè Whitehatmedia.com (primo su Bing) e Smart-Traffic.co.uk (primo su Google).

Conclusioni: il SEO per Google funziona anche per Bing

In definitiva, gli stessi passi che si seguono per ottimizzare Google, sono validi anche per Bing, con una particolare attenzione al Title Tag, ai contenuti testuali ricchi di keywords e a tutti gli altri fattori on page.

I risultati saranno molto più instabili però su Google, in quanto il suo algoritmo prende in considerazione una quantità di fattori tale da renderlo molto più raffinato rispetto al motore della Microsoft.

Fonti: ottimizzaseocom; Seowizznet
Vincenzo D'Angelo

Google Insights for Search - Un potente strumento per le tue campagne di marketing.


Oggi voglio parlare di uno strumento molto utile fornito gratuitamente da Google per capire il comportamento delle persone che utilizzano i motori di ricerca e di come aiuta gli obiettivi delle campagne di web marketing.
Lo strumento si chiama: Google Insights for Search.

Attraverso Google Insights for Search è possibile confrontare le tendenze stagionali di ricerche, la loro distribuzione geografica per categoria, ricerche specifiche. Esso permette anche di vedere la domanda di "crescita" globale o specifica per una determinata parola o termine in un filtro che si è creato.
Questa settimana Google ha annunciato miglioramenti allo strumento ed ora è disponibile in 39 lingue e include alcune nuove funzionalità.

Fonte: google
Vincenzo D'Angelo

martedì 15 dicembre 2009

L’Italia potrebbe essere il primo paese preferito dai Turisti

L’Italia potrebbe essere il primo paese preferito dai Turisti 2.0, la nazione più recensita online da tutto il mondo. ‘Potrebbe essere’ appunto, perché paradossalmente, fa notare Corrado Pieroboni in un’intervista per l’Espresso (dicembre) “purtroppo però l’Italia è la nazione che ha il gap maggiore tra quanto cercato e quanto trovato, tra cliccati e visitati.

Mancano vetrine nelle quali far incontrare promotori e community dei viaggiatori”. E questo gap fa decollare nazioni meno appetibili tradizionalmente per il turista offline, quali Spagna, Stati Uniti, Inghilterra, Germania, che invece nella rete hanno saputo costruire e offrire molti contenuti e informazioni utili a far fare delle scelte di preferenza nei loro confronti ai Turisti 2.0.

La recente ed imbarazzante storia del progetto Italia.it credo che la dica tutta sulla (in)capacità delle nostre istituzioni di poter cavalcare l’onda del futuro del turismo, lasciando sempre più l’iniziativa ai privati che, fortunatamente, non restano con le mani in mano, come dimostra il successo di Evolution Travel, tour operator con agenzie e agenti di viaggio virtuali, o di Viaggiscoop, il portale dei diari di viaggio online con oltre 3milioni di visitatori.

E se gli utenti sembrano sempre più i protagonisti costruttivi del turismo del futuro, molto probabilmente anche il loro strumento di comunicazione preferenziale, il telefonino, diventerà una fonte da cui ‘pescare’ informazioni che grazie a internet, saranno presenti ovunque e in qualsiasi momento, e che, grazie agli utenti, saranno sempre meno commerciali e sempre più obbiettive. Fermandosi davanti ad un hotel , ad esempio, ed inserendone il nome nel telefonino, potremmo: scoprire informazioni, prezzi e offerte; leggere i commenti degli utenti; confrontarlo con altri hotel della zona (con relativa mappa per raggiungerli) che magari hanno avuto un tasso di gradimento più alto; cogliere offerte lastminute di altri hotel concorrenti che potrebbero farci risparmiare molto denaro.

Turismo meno programmato
Precedentemente ho detto ‘davanti ad un hotel’? Esatto. La mobilità dei dispositivi di ricerca e la facile e immediata reperibilità delle informazioni non costringeranno i turisti a dover organizzare con largo anticipo i viaggi nei dettagli, ma si potrà in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento avere
informazioni su ciò che si cerca o sulle alternative possibili. In tal senso, ad esempio, l’attuale tendenza dei navigatori satellitari è sempre più offrire tali notizie e informazioni agli utenti che, oltre a pianificare il percorso del viaggio, possono oggi acquisire miriadi di informazioni accessorie semplicemente con qualche ‘touch’. E se le informazioni mancano? Allora si passa a internet. E non a caso oggi tutti i mobile integrano software e hardware di navigazione, e tutti i navigatori hanno funzioni bluetooth per interfacciarsi ai cellulari.

Turismo Google-Centrico
Il turismo per sua natura si basa sulla ricerca e scoperta di cose e posti nuovi in gradi di far divertire, rilassare, emozionare, conoscere. Il web è e sarà sempre più, grazie alla sua portabilità, la chiave di volta per fare in modo che domanda turistica e offerta si incrocino costantemente.
Domanda e offerta che si incontrano nel momento della ricerca (search), che oggi significa Google, se non altro perché è il motore di ricerca di gran lunga più utilizzato al mondo.

Se si vorrà raggiungere ed interagire con il Turista, in conclusione, occorrerà non solo dotarsi di strumenti adeguati quali un sito web accattivante e completo di informazioni; una ‘value proposition’ per essere preferiti ai concorrenti; un buon posizionamento del sito, con parole chiave attinenti nelle prime pagine di Google; una presenza (positiva) nei social network; la capacità di monitorare e capire il comportamento degli utenti. Ma occorrerà anche capire che in un mondo sempre più search-centrico le tradizionali operazioni di marketing e pubblicità monodirezionali proprie dei canali offline saranno sempre meno efficaci non tanto (o non solo) perché gli utenti hanno meno soldi da spendere, ma perché diventano più avveduti, intelligenti ed informati grazie ad internet.

Fonte: Marketing
Vincenzo D'Angelo

Il cliente del 2009

Il 2009 è stato l’anno definitivo per il Travel 2.0, in cui il turista ha avuto nella rete il principale strumento e canale per costruirsi col fai da te una vacanza su misura in base alle sue tasche e aspettative.




Ecco l’identikit del turista 2009:

  • ‘Smanettone’ sui motori di ricerca. Per trovare quello che si cerca occorre partire dalle guide, e la guida delle guide in internet si chiama Google. Ma spesso digitando ricerche generiche composte da termini generalisti (es. ‘hotel Forio’, ‘offerta vacanza Ischia’,..) si trovano tanti siti che spesso non offrono quello che si cerca per cui l’utente continuerà a ‘smanettare’ nei motori digitando diverse stringhe più complesse e in grado di filtrare i risultati su quello che più cerca (con tutte le implicazioni che ne derivano, da punto di vista del Search Marketing, anche per i portali che vogliono farsi trovare da tali utenti)
  • Frequentatore di Social Networks per verificare cosa pensano gli altri utenti di determinate località, strutture e servizi turistici. In tali luoghi i turisti si incontrano virtualmente e scambiandosi esperienze e opinioni influiranno ancor più pesantemente rispetto al 2008 le scelte delle destinazioni e dei viaggi (Es. http://www.tripadvisor.it/ , http://www.turistipercaso.it/). Inoltre, si trovano foto, video, guide e tante altre informazioni in grado di condizionare pesantemente il giudizio degli utenti e, soprattutto, di dirottarli verso località meno rinomate ma di altrettanta bellezza rispetto quelle tradizionali, ma probabilmente dai costi più contenuti. L’esplodere di fenomeni quali http://www.facebook.com/ permette da una lato non solo a centinaia di migliaia di persone (che magari fino al giorno prima se ne stavano lontani dal web) di scoprire come aggregarsi online sia facile e bello, ma permetterà di fare apprendere con la pratica il modo in cui la rete può dare agli utenti enorme conoscenza e opportunità di risparmiare e scoprire nuove mete spostandosi su altri social network del settore turistico o portali dedicati.
  • Costruttore di contenuti online. Già, perché oltre a reperire informazioni in rete, sono sempre più numerosi i turisti che partecipano attivamente alla pubblicazione di esperienze e contenuti sia sui social networks, sia su blog o siti privati che poi condividono con i loro amici o con altre community. Oggi, grazie all’affermarsi di tecnologie sempre più friendly, pubblicare una foto, un commento o un proprio diario in rete è questione di pochi click. Inoltre, sempre più gli utenti sentono l’esigenza di potersi esprimere lasciando commenti, soprattutto a seguito di esperienze negative.
Fonte: Marketing
Vincenzo D'Angelo

domenica 13 dicembre 2009

Il marketing virale è...


Il marketing virale è un tipo di marketing non convenzionale che sfrutta la capacità comunicativa di pochi soggetti interessati per trasmettere il messaggio ad un numero elevato di utenti finali. La modalità di diffusione del messaggio segue un profilo tipico che presenta un andamento esponenziale.

È un'evoluzione del passaparola, ma se ne distingue per il fatto di avere un'intenzione volontaria da parte dei promotori della campagna. Il termine nasce nella metà degli anni '90 con Draper Fisher Jurvetson utilizzando una analogia biologica con la diffusione esponenziale di un virus e, l'espressione viral marketing diviene nel 1998 marketing "buzz-word of the year".

Il principio del viral marketing si basa sull'originalità di un'idea: qualcosa che, a causa della sua natura o del suo contenuto, riesce a espandersi molto velocemente in una data popolazione. Come un virus, l'idea che può rivelarsi interessante per un utente, viene passata da questo ad altri contatti, da questi ad altri e così via. In questo modo si espande rapidamente, tramite il principio del "passaparola", la conoscenza dell'idea.

In genere, il termine è riferito agli utenti della rete che, più o meno volontariamente, suggeriscono o raccomandano l'utilizzo di un determinato servizio (per esempio, per la scelta di un indirizzo e-mail). Ultimamente, questa tecnica promozionale si sta diffondendo anche per prodotti non strettamente connessi a Internet: veicolo del messaggio resta comunque la comunità in rete, che può comunicare in maniera chiara, veloce e gratuita.

Un esempio di marketing virale in rete sono le e-mail contenenti storie divertenti, giochi online, siti web curiosi, che nel giro di pochi giorni possono attrarre milioni di visitatori. Spesso si tratta di fenomeni temporanei, i cosiddetti internet meme (Internet phenomenon), che hanno un picco di visite in un periodo determinato, per poi veder calare la propria attrattiva.

I sei principi di Wilson:

E così come in tutte le cose alcune strategie di marketing virale funzionano meglio di altre ma, secondo Wilson, sono sei gli elementi fondamentali del viral marketing.
Una strategia virale di vendita non deve contenere TUTTI questi elementi, ma più ne contiene e più potenti saranno i risultati. Il viral marketing:
  • Offre servizi o prodotti gratuiti
  • E' facile da trasferire ad altri (amici e conoscenti)
  • Deve essere facilmente scalabile (*)
  • Contiene motivazioni e comportamenti comuni
  • Utilizza le reti di comunicazione usate attualmente
  • Approfitta delle risorse degli altri
(*) scalabile la capacità di un sistema di "crescere" o "decrescere" (aumentare o diminuire di scala) in funzione delle necessità e delle disponibilità. Ad esempio se ospitate mail gratuite e avete successo nella strategia, dovrete velocemente aggiungere dei mail server altrimenti il sevizio si bloccherà.

Il 2010, segnerà una ripresa intorno al 3 per cento

Nel 2010, l'azienda turismo, in Italia, segnerà una ripresa intorno al 3 per cento. Già quest'inverno, ci sono già 11 milioni di italiani che hanno prenotato una vacanza (di cui 4 milioni all'estero) e altri 7,5 milioni di indecisi, che, comunque, partiranno. A tastare il polso sullo stato di salute del turismo nel Belpaese, è il ministro Michela Vittoria Brambilla che, assieme al sottosegretario di Stato per l'informazione e l'editoria, Paolo Bonaiuti, hanno presentato, a Palazzo Chigi, le nuove iniziative di valorizzazione del comparto: dalla campagna "Più sorrisi ai turisti" al programma, su Rai 1, in onda la domenica mattina, "Magica Italia - Turismo & Turisti".

Anche quest'anno, ha sottolineato il ministro Brambilla, il settore turismo, nel Belpaese, ha sostanzialmente retto l'urto della crisi, confermandosi la prima attività produttiva italiana. Il 2009 si chiuderà con una flessione di appena 4 punti percentuali rispetto all'anno precedente. «Un dato molto contenuto - ha commentato il ministro - se si considerano le perdite, in alcuni casi a doppie cifre, che hanno subito gli altri settori produttivi nazionali». Peraltro, anche, il confronto con le performance 2009 di altri principali Paesi nostri competitori sul fronte del turismo, mostrano la buona posizione dell'Italia. La Francia, per esempio, ha ricordato Brambilla, chiuderà il 2009 in rosso di ben il – 14 per cento. Stessa sorte per la Grecia, a -22%, per la Spagna, a -10% e per gli Stati Uniti, a -10,5 per cento.

L'obiettivo è, ora, sfruttare la ripresa e accrescere le potenzialità delle eccellenze turistiche del Belpaese. E, soprattutto, farle conoscere, prima di tutto, agli italiani, visto che il 60% del turismo in Italia è rappresentato proprio da turisti italiani. Per loro, ha proseguito la Brambilla, è pensata la trasmissione, in onda, su Rai 1, la domenica mattina, alle ore 9,30, condotta da Federico Quaranta e Nicola Prudente, che ha l'obiettivo di raccontarci le tutte le suggestioni, di storia, natura, arte, presenti lungo lo Stivale. «Abbiamo programmato 30 puntate - ha detto Brambilla - e, già, la prima, in scena lo scorso 8 novembre ha registrato quasi 1,5 milioni di spettatori, con uno share del 16 per cento».

A breve, partirà, poi, la campagna istituzionale "Il sorriso dell'accoglienza", affinché ognuno di noi diventi più consapevole del proprio ruolo di "rappresentante del territorio". Sarà composta, ha spiegato il sottosegretario Bonaiuti, da inserzioni sui giornali, spot televisivi e radiofonici. Ci sarà, pure, un sito internet dedicato, dove rivedere tutti gli spot e lasciare un commento, con link ai vari siti delle istituzioni coinvolte nell'iniziativa. I video verranno, poi, diffusi via YouTube e social network secondo le logiche del viral marketing.

Fonte: il sole 24 ore
Vincenzo D'Angelo

giovedì 10 dicembre 2009

Il 2009 l'anno delle recensioni.

Non c’è dubbio: il 2009 è stato l’anno delle recensioni. Recensioni vere, recensioni false di utenti
e albergatori, recensioni utili o dannose, ma comunque recensioni! La parola d’ordine di una Rete che diventa sempre più “democratica” e lascia la possibilità a qualsiasi navigatore di poter dire la sua.

Le recensioni turistiche sono state anche uno degli indiscussi protagonisti del BTO – Buy Tourism Online a Firenze: come incentivarle, come difendersene, come rispondere e monitorarle. Ne hanno parlato i responsabili di TripAdvisor, Zoover, Trivago, Oyster, Brand Karma – QNT Hospitality, ma in realtà, chi più chi meno, ne hanno parlato un po’ tutti.

Oggi le recensioni non devono essere solo lette e monitorate, ma soprattutto condivise. Sono solo recensioni scritte dai vostri stessi clienti: non c’è niente da temere.

Perché chi si dimostra cordiale, loquace ed estroverso alla reception, poi teme il confronto con le recensioni online? Chi scrive sono le stesse persone che probabilmente qualche settimana fa avete incontrato proprio nella hall del vostro albergo e sarebbe scortese non rispondere loro.

Eppure spesso, la stessa direzione dell’albergo si trova paralizzata davanti allo schermo e decide
di non rispondere ai commenti, buoni o cattivi che siano, togliendo all’hotel la possibilità di difendersi, di ringraziare o comunque di mantenere un contatto prezioso con il cliente.

Sarà la paura della tecnologia, di scrivere cose sbagliate che poi altre milioni di persone possano leggere, ma la “paralisi da commento” coglie sempre più albergatori. Questo atteggiamento è fortemente deleterio per la vostra struttura ricettiva: entrare in contatto e dialogare con i clienti online, non è poi così difficile e d’altronde, fa parte del vostro lavoro.
Piccolo vademecum per far parlare di voi attraverso le recensioni postitive

Già nel 2008 consigliai di utilizzare le recensioni migliori proprio sul sito ufficiale dell’albergo perché è dimostrato che le testimonianze dirette influenzano positivamente le conversioni, ma visto che oggi per l’hotel ci sono sempre nuovi canali per entrare in contatto con i clienti, come il blog aziendale, Facebook o Twitter, perché non riportare le migliori recensioni anche lì, in modo da condividerle?

Ecco 4 semplici step per far parlare le vostre recensioni di voi:

Visitate i siti dove il vostro hotel è stato recensito, come TripAdvisor, Zoover, Trivago, Expedia, Booking.com, ecc. e scegliete quelle che secondo il vostro giudizio, rappresentano meglio il vostro hotel.

Copiate le frasi più belle e l’URL della pagina dove si trovano e riportateli sul vostro blog o sulla vostra pagina Facebook, sottolineando “Ecco quello che dicono i nostri clienti su …(es. TripAdvisor)” Sul sito da cui avete preso la recensione, se possibile, rispondete all’utente che l’ha lasciata ringraziandolo per il soggiorno e per il gentile feedback e menzionate di aver riportato la sua preziosa recensione anche sul vostro blog, pagina Facebook, ecc e invitatelo a visitare la pagina.

Ci sono buone possibilità che l’utente si iscriva alla vostra pagina, commenti con un “Mi Piace” il post e renda il vostro hotel visibile a tutti i suoi amici, oppure che legga la recensione su Twitter e la ri-twitti a tutti i suoi followers, o che lasci commenti positivi sul blog e lo condivida con i suoi contatti

Ovviamente non ci stancheremo mai di ricordarvi di incentivare i vostri clienti a lasciare un commento su di voi, con un’e-mail post soggiorno o con bigliettini da visita personalizzati con i riferimenti ai siti di recensioni.

Solo così potrete diffondere il “buzz” sul vostro hotel!

Google Real Time Search.

Google ha appena ufficializzato il lancio di un’importante novità nel campo della ricerca online: la Google Real Time Search.

Questa funzione permetterà di visualizzare, all’interno della SERP (la pagina dei risultati), un box contenente i più recenti user generated content (UGC) correlati alla ricerca. Teweets, news, yahoo anwers, ed anche pagine pubbliche di Facebook e MySpace, compariranno “live” nella parte alta della pagina dei risultati, ordinati per data e ora di aggiornamento.

I risultati della Real Time Search sono attualmente disponibili solo nella versione in lingua inglese di Google. Per visualizzarli basta selezionare “Show Options → Latest” tra le opzioni dei risultati, oppure aggiungere all’URL di ricerca la query string “&esrch=RTSearch”.

È stato comunque annunciato che dal primo quadrimestre del 2010 il servizio sarà tradotto in diverse altre lingue, tra cui speriamo possa figurare anche l’italiano.

Come cambia la SEO?

È ancora molto presto per conoscere le implicazioni che questo servizio comporterà a livello di SEO e Web Markting, ma come preannunciato con l’avvento della Google Social Search, i contenuti prodotti dagli utenti (UGC) avranno un peso sempre maggiore nella costruzione delle SERP.

Un altro aspetto interessante è che il suddetto Box “latest results for” sembra variare la propria posizione nella pagina dei risultati in base della query che si inserisce.
Probabilmente ciò accade a seconda dell’importanza, variabile nel tempo, che il motore attribuisce alla necessità di mostrare risultati in tempo reale per una determinata parola chiave.

Perciò l’influenza della Real Time Search sulle SERP sarà tanto più alta quanto più la query inserita risulterà essere un tema “caldo” e ricercato.

Si al brand sul Social Media, come evitare gli errori...

Se ci sono ancora albergatori che hanno timore a rispondere alle recensioni su TripAdvisor, altri hanno deciso invece di lanciarsi coraggiosamente nel mondo dei Social Media ed interagire direttamente coi propri clienti.

Sono in molti però ancora coloro che nutrono dei dubbi sull’effettiva efficacia dell’utilizzo dei Social Network e si chiedono: quanto è importante per l’hotel essere presente su Facebook o Twitter? Funzionerà davvero?


I trend del mercato: 3 utenti su 4 dicono “sì” ai brand sui Social Media

Qualche giorno fa è stato pubblicato un brillante studio di Webtrends dal nome “The Rules of Engagement”, una ricerca condotta su mille navigatori che ha portato alla luce tanti interessanti dati sul rapporto tra utenti e aziende sui Social Media.

Sì, 3 utenti su 4 hanno dichiarato di approvare che i brand siano presenti sui Social Network e hanno confessato che, dopo avere interagito col brand su uno di questi canali (Facebook, Twitter, ec), la loro opinione sul marchio stesso è migliorata.

Tuttavia, non sempre la presenza di un brand sui Social Network è gradita e un approccio errato al pubblico può sancire il fallimento delle campagne di Social Media Marketing anche di grandi brand. Ad esempio, Ryanair una volta ha avuto la malaugurata idea di rispondere ad un cliente con una frase del tipo “Fatti i fatti tuoi”, che ha subito fatto il giro della Rete e ha generato un buzz e una pubblicità di forte impatto negativo.

Le comunità di Internet non perdonano nessun errore. Essere presente in Rete significa essere sempre sotto la luce dei riflettori, per questo sono fondamentali la trasparenza, la disponibilità all’ascolto e al dialogo.
Gli errori da evitare per non rischiare di danneggiare l’hotel

Dunque che cosa bisogna evitare per non danneggiare l’immagine dell’hotel sui Social Media?

- Niente spam o solo proposte commerciali: ecco la regola d’oro dei Social Media. Il brand non deve solo fare proposte pubblicitarie, ma coinvolgere i clienti nell’ideazione di beni e servizi, discutere tematiche relative al mercato, chiedere opinioni e fare sondaggi. Il 39% degli utenti dicono che sui SN c’è troppa pubblicità e che sarebbero disposti a lasciare i canali se dovesse aumentare.

- Niente monologhi: bisogna prima di tutto chiedere, ascoltare e rispondere agli utenti, in modo da creare un dialogo bilaterale, perché “i Social Network sono per lo più percepiti come meritocrazie dove ci si deve guadagnare il capitale Sociale e dove gli individui entrano tutti allo stesso livello” (Steve Berry, Digital Publicity Manager, Channel 4).

- Non affidate le campagne di Social Media Marketing agli stagisti solo perché hanno un profilo su Facebook: la vostra presenza sui Social Media è una cosa seria e necessita di persone preposte a questo compito, esperte e che conoscano bene la struttura.

- Evitate un’immagine troppo istituzionale: “Apparire monolitici e senza faccia o nascondersi dietro ad un logo è una grande opportunità mancata” (Webtrends). Meglio che le persone che si occupano di questa attività dichiarino il loro nome reale e mostrino la propria faccia, sarà molto più efficace.

lunedì 7 dicembre 2009

Per Google “il sistema funziona”

La disputa fra InterContinental e LowFares.com

Una recente ricerca su Google con le parole chiave "Holiday Inn Orlando" ha proposto un collegamento sponsorizzato etichettato "Holiday Inn Orlando" che portava a lowfares.com, un sito di comparazione prezzi di viaggio. InterContinental Hotels, che possiede l’Holiday Inn, afferma che lowfares.com non è stato autorizzato in nessun modo a farsi pubblicità utilizzando il nome “Holiday Inn”.

LowFares.com sostiene di fare offerte su milioni di termini di ricerca e di utilizzare spesso il sistema automatico di Google per generare gli annunci di testo. "Facciamo affidamento su Google per rispettare le sue policies: se una determinata parola chiave su cui facciamo offerte non deve comparire nell’annuncio, non capiamo perché Google non cancelli l’annuncio automaticamente", afferma Steve Yi, vice presidente Senior di Oversee Marketing Services, che possiede LowFares.com. “Se veniamo notificati di una violazione, rimuoviamo comunque immediatamente l’annuncio”.

Per Google “il sistema funziona”

Sono in molti gli inserzionisti che chiedono a Google di creare un sistema automatico che permetta soltanto a inserzionisti autorizzati di utilizzare i brand name e gli slogan di altre società.

Google però risponde che il suo sistema funziona: "Stiamo semplicemente cercando un equilibrio per bilanciare gli interessi di inserzionisti, proprietari di marchi protetti da trademark ed utenti".

Gli inserzionisti PPC sono sempre più arrabiati

Molti inserzionisti Pay Per Click sono sempre più arrabbiati per il modo in cui Google sovrintende alle politiche di protezione del marchio negli annunci di ricerca sponsorizzata. Il problema principale è costituito da una tattica nota come "piggybacking”: piccoli inserzionisti usano Brand name, slogan ed altre parole protette da trademark dei maggiori operatori turistici nel testo degli annunci Pay Per Click per attirare gli utenti verso i propri siti web.

Per i grandi Brand turistici, il piggybacking confonde i potenziali clienti ed aumenta i costi del business…

Mentre Google combatte ufficialmente questo tipo di strategie, alcuni marketer sostengono che la pratica spesso non venga controllata. Nel commercio off-line già da molto tempo sono state stabilite leggi ferree in materia di protezione del trademark, ma la situazione giuridica è meno chiara per quanto riguarda Internet e solo recentemente ha iniziato ad essere messa alla prova nei tribunali.

Tensioni in relazione alla tecnica del piggybacking sono venute lentamente a galla negli ultimi 2 anni. Imprese come Marriott International Inc.,
InterContinental Hotels Group PLC, American e Northwest Airlines sostengono, a ragione, che l'uso dei loro nomi e slogan nel testo degli annunci PPC di altre società confonde i potenziali clienti ed aumenta i costi del business.
I grandi inserzionisti pronti a “punire” Google

Google potrebbe subire la violenta reazione dei grandi inserzionisti se la controversia sul piggybacking continuasse a venire gestita con leggerezza come in questo momento. "La reazione di Google sul piggybacking gioca un ruolo importante nelle nostre decisioni di spesa globale, ed è giusto che sia così", afferma Michael Menis, Vice President dei servizi marketing per la InterContinental.

John Gustafson, direttore della distribuzione per la Northwest Airlines, aggiunge: "Se Google non è in grado di aiutarci a risolvere i problemi derivanti dall’abuso del nostro marchio, questo avrà forti ripercussioni sulle nostre decisioni di partecipare in future forme di pubblicità promosse dal motore di ricerca”.

American Airlines chiede un risarcimento per danni alla Corte Federale

Lo scorso Agosto, American Airlines ha presentato un ricorso contro Google presso la Corte Federale di Fort Worth, Texas, chiedendo risarcimento per danni causati dalla violazione del trademark sul motore di ricerca. La compagnia aerea ha richiesto a Google l’immediata cessazione della vendita dei termini sottoposti a trademark “American Airlines” agli altri inserzionisti.

Il piggybacking viene definita da Billy Sanez, portavoce di American Airlines: "un modo di utilizzare il marchio che abbiamo costruito per più di 80 anni per il beneficio di qualcun altro".

Google si dichiara deluso della decisione del tribunale di non respingere il ricorso. "La nostra trademark policy si basa su un giusto equilibrio tra gli interessi dei proprietari di un marchio e quelli dei consumatori, ed è stata convalidato da precedenti decisioni della Corte," dichiara un portavoce di Google.

Gli intermediari discount che provocano danni finanziari e d’immagine

InterContinental fa offerte su milioni di parole chiave al giorno, in undici lingue diverse. Tra queste ce ne sono tante che comprendono i nomi dei brand, come "Holiday Inn Express" e "Crowne Plaza Los Angeles". Per le grandi compagnie come InterContinental o Marriott, la frustrazione arriva quando i loro nomi ed altre frasi pubblicitarie vengono utilizzate nel testo di un annuncio che porta ad un sito estraneo al marchio.

Una recente ricerca su Google usando le parole "Marriott Atlanta," per esempio, ha portato fuori un’inserzione a pagamento intitolata "Marriott Atlanta” che in realtà portava al sito hoteltravel.com, un semplice intermediario discount. Oltretutto, cercando sul sito una camere al Marriott hotel in Atlanta si riceveva una pagina di errore. Marriott sostiene che il sito non fosse autorizzato in nessun modo ad usare il proprio marchio negli annunci on-line.

HotelTravel.com non ha risposto alle richieste di commentare la vicenda, ma l’annuncio su Google da quel momento è scomparso.

Differenza fra “piggybacking” e “conquest buy”

La pratica del piggybacking di cui tante compagnie si lamentano non deve essere confusa con un’altra pratica definita "conquest buy".
Nel “conquest buy” un inserzionista compra una parola chiave contenente il marchio del competitor per far apparire il proprio annuncio quando qualcuno ricerca il brand della concorrenza. Il testo dell'annuncio NON contiene però il nome o lo slogan del competitor.
Molti hanno protestato anche contro questa prassi, ma le politiche di Google la consentono, a differenza del piggybacking.

Se il piggybacking continua, salirà il costo delle parole chiave che includono in Brand name

Il Piggybacking è un grosso problema per i marketer che spendono un budget significativo nel business on-line. “Se la pratica continua, le aziende che cercano visitatori on-line saranno costrette a pagare di più per la pubblicità sui motori di ricerca perché la crescente domanda farà salire il costo delle parole chiave che contengono il Brand name”, dice Eric Clemons, professore presso la University of Pennsylvania che segue da anni le problematiche legate al Pay per Click.

Le compagnie intervistate per questo articolo affermano di non essere in grado di quantificare le perdite commerciali dovute al piggybacking. Aziende come la InterContinental, che spendono più di metà del budget di marketing on-line in Pay Per Click, dipendono in gran parte dalla ricerca pagata per generare vendite dirette, data la quantità sempre crescente di utenti che ricercano viaggi usando i motori.

sabato 5 dicembre 2009

Un intervento sul credito d’imposta per gli imprenditori

Buone notizie per il Turismo italiano: il governo sembra essersi finalmente svegliato da un lungo silenzio ed essere disposto a sostenere maggiormente questo settore della nostra economia. Il neo Ministro del Turismo Vittoria Brambilla ha chiesto infatti a Tremonti una “boccata d’aria” al comparto, con nuovi capitali e sgravi fiscali.

“Un euro investito per migliorare la nostra offerta turistica può generare un ritorno economico di dieci, cento volte tanto, per il nostro Paese” – dichiara la Brambilla.

In Consiglio dei Ministri le intenzioni del ministro sul Turismo hanno riscosso il sostegno del premier Berlusconi e hanno guadagnato l’approvazione anche da parte dell’opposizione: “Così, quando tra qualche giorno si dovranno operare delle scelte – spiega la Brambilla - immagino che Tremonti non possa che garantire le risorse indispensabili al settore turistico, capace di fornire una boccata d’ossigeno indispensabile alla nostra economia”.

Gli interventi da realizzare

Il Ministro Brambilla avrebbe chiesto alcuni interventi in particolare, rivolti sia agli imprenditori che decidono di investire nel settore, sia alle famiglie italiane che scelgono di soggiornare in territorio nazionale, per favorire la domanda e l’aumento dell’occupazione:

Un intervento sul credito d’imposta per gli imprenditori che procedono a interventi di riqualificazione sulle strutture ricettive Una fiscalità di vantaggio per chi investe nel Mezzogiorno

Detassazione degli utili reinvestiti
La possibilità di deduzione, fino ad un tetto ben definito, delle spese sostenute per vacanze in Italia altre richieste riguardano temi caldi come le agenzie di viaggio, duramente colpite dalla crisi, la questione dei canoni balneari e la tutela del turista, che non deve essere visto come un “pollo da spennare” ma come una vera e propria fonte di guadagno e di crescita.

Fonte: Irispress

Le recensioni false sui social network.

In che modo Zoover si differenzi da TripAdvisor nel tutelare le strutture alberghiere contro le dichiarazioni diffamatorie di clienti che magari non hanno mai nemmeno soggiornato negli alberghi recensiti?

Aggiato ha rivelato che su Zoover il problema delle false reviews riguarda sempre più spesso gli albergatori piuttosto che gli utenti: il team di Zoover ha calcolato che in media un buon 13% dei commenti scritti ogni 2 mesi, sono testimonianze spudoratamente fasulle degli albergatori, a lungo andare fortemente dannose e controproducenti per la struttura stessa.

E per quanto riguarda gli utenti scorretti? Per adesso ogni recensione viene letta e valutata e quando risultano più dubbie si richiede all’utente di dare prova concreta del suo soggiorno.

Presto però, promette Aggiato, questi casi dovrebbero andare scomparendo da soli grazie al nuovo social network in cantiere MyZoover, (già attivo in Olanda ma presto anche in Italia) che attraverso un meccanismo di votazione reciproca delle recensioni, responsabilizzerà i
viaggiatori e li spingerà a scrivere commenti migliori e sempre più attendibili.

giovedì 3 dicembre 2009

Tendenze 2010: quello che c’è da sapere per pianificare

Come sfruttare i Trend del Turismo per rendere efficaci le tue campagne marketing
Considerando l’altissima velocità con la quale evolve il mercato del turismo e pensando a quanto è difficile riuscire a star dietro a tutte le nuove tendenze, ho pensato di condividere alcuni dati molto rilevanti.
I dati sono tratti da ricerche di Google, Travelclick, ComScore, Compete e il Centre for Regional and Tourism Research. Essere aggiornati sui trend è importante, soprattutto per organizzare le proprie strategie marketing e investire il proprio budget nel modo più efficace.

Quanto vale il mercato del Travel on-line in Europa.

Secondo le ultime stime, il mercato a livello europeo ha assunto un valore di ben 250 miliardi di euro: se la crescita nell’ultimo anno è rallentata, comunque c’è stata ed è stata consistente. Un altro dato molto positivo è che le vendite dirette hanno superato di gran lunga quelle intermediate.

Le ricerche travel sui motori di ricerca sono in crescita.
A dimostrazione di quanto detto sopra, come si può dedurre di seguito, sia le ricerche travel (non sappiamo a quale keyword set si riferiscano), che i click e le impressioni di annunci Adwords sono in costante crescita dal 2005, con un andamento pressoché regolare. L’unico fattore che tende a diminuire sono il numero di annunci per parola chiave, probabilmente per il principio della coda lunga che spinge ad investire su ricerche sempre più specifiche.

Numero di ricerche e tempi di prenotazione sempre più dilatati.
Si conferma una tendenza già intuita nel corso del 2009: chi deve prenotare un viaggio impiega quasi due mesi per decidere, ricerca sempre più informazioni ed effettua oltre 8 ricerche (alcuni mesi fa Google rivelò che un utente visita in media almeno 22 siti prima di prenotare).

Nel terzo trimestre 2009 l’Ospitalità registra ancora indici negativi.
Purtroppo per quanto riguarda l’ospitalità, in Europa si registra il maggiore abbasamento della tariffa giornaliera media, anche se il calo dell’occupazione è in linea se non inferiore a quello rilevato in tutte le altre parti del globo.
Tendenze 2010: quello che c’è da sapere per pianificare le prossime campagne di web marketing
Secondo le previsioni del report “Hospitality 2010” realizzato dalla New York University e Deloitte, ci sono almeno 5 tendenze che segneranno il settore travel nel prossimo anno:

BRAND: in futuro il brand sarà più determinante della location nella scelta dell’hotel

MERCATI EMERGENTI: si verificherà un boom di Cina, India e Paesi del Golfo che porteranno nuovi flussi turistici NUOVI CLIENTI: crescita di alcuni settori di clientela, in particolare i Senior

TECNOLOGIA: espansione di tecnologie sempre più raffinate per fornire servizi personalizzati ai clienti ed evitare l’intermediazione

LUSSO: i viaggiatori andranno sempre più alla ricerca di esperienze uniche ed irripetibili
Tradurre le tendenze di mercato in strategie marketing efficaci.

Tenere conto di questi dati potrà senz’altro esservi utile per promuovere in futuro il vostro hotel:
Aumentare il numero di conversioni per compensare il calo del RevPAR: si possono fare molte attività per ottenere questi risultati, dall’ottimizzazione del sito e delle landing page all’investimento in campagne PPC, SEO, SEM fino all’e-mail marketing.

Espandersi ai mercati emergenti e ad alcune categorie specifiche di mercato (senior e lusso), attraverso siti multilingue e campagne ad hoc. Creare fidelizzazione e rafforzare la brand awareness.

mercoledì 2 dicembre 2009

Due ricerche su dieci avvengono per immagini.

Sapete che secondo Google, 2 ricerche su 10 avvengono per immagini? Un dato significativo, specialmente se riferito a un settore, quello alberghiero, dove le foto dell’hotel (soprattutto quelle delle camere) e della location, la loro ricchezza e varietà, contano davvero tanto nel processo decisionale dell’utente.

Oggi, per promuovere il proprio hotel attraverso le immagini, è possibile usare Flickr. Per chi non lo sapesse, Flickr è il più grande sito di condivisione immagini al mondo: nato nel 2004 a Vancouver, nel 2005 Yahoo ne ha intuito le grandi potenzialità e l’ha acquistato per ben 35 milioni di dollari. Su Flickr sono presenti molti tipi di utenti, come appassionati, fotografi professionisti, artisti, imprenditori o aziende che utilizzano la piattaforma per farsi pubblicità e aumentare la visibilità (ad es. Freddy, sponsor degli atleti italiani alle Olimpiadi di nuoto) .


Oggi, secondo molti web marketer in tutto il mondo, le caratteristiche esclusive di Flickr, lo rendono particolarmente adatto proprio alla promozione dell’hotel, perché:

È gratuito, semplice e veloce da usare. L’eventuale versione PRO non è indispensabile e costa solo 24,95 euro all’anno.
Permette di aumentare la visibilità, avvicinare potenziali clienti e viaggiatori .
Aumenta la rintracciabilità sul web, poiché diffonde le foto anche su altri siti e soprattutto, se le foto vengono rese pubbliche, le lascia indicizzare da Google. Le immagini hanno il vantaggio di essere comprese da utenti di tutto il mondo allo stesso modo, e dal momento che Flickr è popolare non solo in Italia ma anche Inghilterra, Olanda, Germania, Francia, Spagna, offre la possibilità di raggiungere davvero un ampio ventaglio di utenti internazionali.

Ecco alcuni pratici consigli per promuovere il vostro hotel su Flickr.
Step 1: registrate il vostro hotel su Flickr

Registrarsi su Flickr è moto semplice: se avete già un account con Yahoo.com allora il processo sarà molto veloce, altrimenti dovrete farne uno apposito. Ovviamente dovrete scegliere un ID e uno username che identifichino chiaramente la vostra struttura e il vostro brand name (es: sorrisoresort.it), soprattutto per motivi di ottimizzazione.

Come “avatar” inserite una bella immagine della struttura o del suo logo, in modo che sia sempre facilmente riconoscibile, accompagnata da una brevissima descrizione che ben rappresenti la vostra Unique Selling Proposition (USP).

Mi raccomando, posizionate sul vostro profilo ben visibile il link diretto al vostro sito ufficiale:
oltre a veicolare traffico di qualità, un link diretto fa sempre bene per il SEO, soprattutto da siti autorevoli
Step 2: caricate le immagini dell’hotel

Al momento di caricare le foto sul sito ricordate di cambiare il loro URL, in modo che sia esemplificativo di quello che mostra, ma soprattutto per renderle più facilmente rintracciabili dai motori di ricerca. Inserite il nome dell’hotel o le keyword importanti, in modo che l’URL permanente sia sempre di questo tipo: http://flickr.com/photos/sorrisoresort/.

Potrete caricare immagini:
Della struttura, delle varie tipologie di camere, dei bagni, della colazione (le foto più cliccate dagli utenti!) Della zona, i parchi, le strade i bei negozi nelle vicinanze Della destinazione, con i monumenti o le attrazioni vicini al vostro hotel. È importante ricordare che Flickr permette di rendere pubblici anche piccoli video (fino a 90 secondi di riproduzione e 150MB di estensione).
Step 3: Invitate i clienti a visitare la vostra pagina

Inserite sul vostro sito ufficiale e sulle vostre e-mail un link al profilo Flickr e invitate i clienti a visitare la pagina: le foto possono essere infatti commentate e taggate. In questo modo, anche Flickr diventerà un utile spazio di discussione, confronto e marketing.

Il web 2.0 favorisce la disintermediazione?

Può il web 2.0 favorire la disintermediazione, per esempio attraverso l’utilizzo di social media che inducano il cliente a prenotare nel sito ufficiale dell’hotel?

Si sostiene che oggi i social network stanno dando un’opportunità incredibile agli hotel per entrare in contatto con i clienti in modo trasparente, senza intermediari. Se c’è un buon servizio, se c’è un buon rapporto qualità-prezzo, si creano le condizioni favorevoli per creare buzz, recensioni e discussioni sul proprio brand, e questo è un volano eccezionale per la visibilità online.

Nell’ottica dell’intermediazione, non tenere conto dei social network sarebbe un grosso errore. Se c’è una buona visibilità infatti, belle recensioni e un’ottima brand reputation, allora si può puntare alla disintermediazione.

Si suggerisce ugualmente di non ignorare i social network: Che vi piaccia o meno, sono una grande rivoluzione. Si possono ignorare, oppure ascoltare quello che dice la gente e imparare a interagire con chi lascia commenti su di voi, rispondendo non solo alle recensioni negative ma anche a quelle positive.

Il gap on-line che ha causato l’esplosione degli intermediari è dipeso anche dalla mancanza di formazione degli albergatori riguardo al sistema, al mondo di internet, che è in continua evoluzione. Lo scoglio più grande per l’albergatore è sempre stato di carattere formativo e culturale. Ecco perchè c'è bisogno di fare sistema, formare gli operatori, condividere le esperienze, per avere una migliore visione del mercato, comprenderne le dinamiche e fare la differenza.

Trovare il giusto partner e il giusto aiuto è importantissimo per l’hotel.

Fonte: Booking

lunedì 30 novembre 2009

Il marketing strategico - La formulazione delle stategie

La formulazione delle strategie definisce le linee di azione al cui inerno si svilupperà l'attività imprenditoriale.
Secondo Michael Porter, obiettivo primario delle strategie aziendali è garantire all'impresa un vantaggio competitivo.

Il vantaggio competitivo esprime le caratteristiche legate al prodotto o all'impesa in grado di conferire una situazione di superiorità riconosciuta rispetto ai concorrenti.

Sempre secondo Porter le possibilità di successo nello scenario concorrenziale sono legate alla capatià dell'impresa di sviluppare vantaggi competitivi difendibili, ossia difficilmente imitabili da parte dei concorrenti.

Il vantaggio competitivo può essere ottenuto in due modi diversi:
- leadership di costo;
- stategie di diffenziazione.

La leaderhip di costo

L'impresa è in grado di produrre e distribuire il prodotto con costi inferiori alla concorrenza e può, pertanto, trasferire questo vantaggio di costo sui prezzi di vendita, che risultano inferiori a quelli praticati sul mercato. La strategia permette di incrementare la quota di mercato, consentendo successivi risparmi in termini di economie di scala.

La caratterizzazione.

L'impresa è in grado di produrre beni altamente differenzianti, consentendo ai clienti (o a una loro fascia) di ottenere un livello di soddisfazione più elevato.
Occorre sottolineare che la diffenrenziazione, effettiva o presunta, deve necessariamente essere avvertita dal potenziale acquirente: la convinzione maturata dal cliente secondo il quale il prodotto è unico e diverso da tutti gli altri reperibili sul mercato è alla base del processo di fidelizzazione della domanda, obiettivo supremo delle attività di marketing.



Il marketing strategico - La definizione degli obiettivi.

Alla scelta della missione segue logicamente la definizione degli obiettivi. Perché questa fase sia utile all'impresa gli obiettivi devono essere:
- espressi in termini quantitativi;
- stimolanti ma realisticamente raggiungibili.

Gli obiettivi espressi in termini quantitativi

Non tutte le imprese si prefiggono obiettivi e non tutte lo fanno in maniera appropriata. Traguardi non chiari e la mancanza di una definizione quantitativa precludono la possibilità di controllo immediato sull'effettivo grado di raggiungimento degli stessi e non operano, pertanto, come stimolo verso gli operatori interni.

Gli obiettivi stimolanti ma realisticamente raggiungibili.

La definizione degli obiettivi svolge l'importante funzione di incentivare il personale livello eccessivo e chiaramente irraggiungibile, gli obiettivi cesserebbero di fungere da stimolo e rischierebbero di ingenerare sfiducia e demotivazione.
L'azienda si prefigge solitamente obiettivi di diversa natura, per esempio redditività, fatturato, immagine. Questo non comporta necessariamente svantaggi, a condizione che i diversi obiettivi non siano incompatibili.

I tipi di obiettivo

L'economisa francese Jean-Jacques Lambin individua tre diverse tipologie di obiettivi:
- obiettivi di vendita;
-obiettivi di reddito;
-obiettivi di comunicazione.

Obiettivi di vendita
Possono essere espressi sia in termini di fatturato, sia in termini quota di mercato (raggiungere nel giro di due anni una quota del 15%).

Obiettivi di reddito
Indicano sostanzialmente quale dovrà essere la redditività dell'azienda negli anni successivi. Possono essere espressi in termini di utile netto, di margine lordo, di rendimento del capitale.

Obiettivi di comunicazione
Sono da porre in relazione al livello di immagine che l'azienda desidera raggiungere; definiscono i comportamenti e le relazioni che l'impresa si propone diottenere dall'interazione con i clienti.

sabato 28 novembre 2009

Il management

Con il termine direzione (in inglese management, da to manage: gestire, coordinare), s'intende:
il processo di definizione degli obiettivi di un'azienda (sia essa pubblica o privata) e di guida della gestione aziendale verso il perseguimento di tali obiettivi, attraverso l'assunzione di decisioni sull'impiego delle risorse disponibili e, in particolare, delle risorse umane; l'insieme dei manager di un'azienda, ossia delle persone che hanno la responsabilità del suddetto processo.

Il ruolo del manager comporta non solo il coordinamento, la guida di un gruppo di persone, rappresentato dalle risorse umane a disposizione dell'azienda o della parte di azienda sotto la sua responsabilità, ma anche e soprattutto l'assunzione di decisioni di pianificazione e di gestione per garantire l'ottenimento di risultati in linea con gli scopi aziendali ed in grado di soddisfare gli stakeholder, ossia i soggetti (persone od organizzazioni) portatori di interessi nei confronti dell'azienda.

Secondo Henri Fayol, uno dei fondatori delle scienze manageriali, il management consiste in cinque funzioni:

- pianificazione, volta a preparare l'organizzazione al futuro, cercando di anticiparlo e predisponendo il conseguente piano d'azione;
- organizzazione, volta a predisporre le risorse, comprese quelle umane, dell'organizzazione;
- guida, volta a assicurare il funzionamento delle azioni e dei processi dell'organizzazione;
- coordinamento, volto ad assicurare l'allineamento e l'armonizzazione degli apporti delle varie componenti dell'organizzazione;
- controllo, volto ad assicurare che le attività e i processi dell'organizzazione si svolgano in accordo con le regole e gli obiettivi stabiliti.

Tutte le aziende hanno necessità di un management: nelle imprese di minori dimensioni la relativa funzione è di solito svolta dallo stesso proprietario-imprenditore; quando le dimensioni aziendali crescono le funzioni manageriali tendono ad essere delegate a dei lavoratori, i dirigenti;
questa separazione tra proprietà e management è ancora più accentuata nelle imprese di grandi dimensioni strutturate sotto forma di società per azioni dove i proprietari-azionisti eleggono un consiglio di amministrazione il quale, a sua volta, nomina i manager.

Nelle aziende private no profit e nelle aziende pubbliche le funzioni di management sono direttamente svolte da membri degli organi di governo o da questi affidate a dirigenti. Da quanto detto emerge come sia limitativa l'accezione, diffusa nel linguaggio comune, che tende ad identificare il manager con il dirigente d'impresa.

Livelli del management
Si suole distinguere il management in base a distinti livelli di responsabilità e autorità in top e middle management:

- il top (o senior) management comprende quel numero ristretto di persone (presidente, amministratore delegato, direttore generale, segretario generale ecc.), che estende la sua responsabilità e autorità all'intera azienda e risponde direttamente agli organi di governo, dei quali in certi casi è anche componente;

- il middle management ha invece responsabilità e autorità su parti dell'azienda (unità organizzative), risponde al top management e occupa posizioni intermedie tra questo e il livello operativo. Comprende, quindi, i responsabili delle cosiddette direzioni intermedie, siano esse di tipo funzionale o divisionale, ai quali è frequentemente attribuito il titolo di direttore con la specificazione della funzione (ad esempio, direttore del personale o direttore finanziario) o dell'unità organizzativa (ad esempio, direttore di sezione) sotto la sua responsabilità.

In generale si può dire che, salendo verso i livelli superiori, nel lavoro del manager tende a diminuire il tempo dedicato alla funzione di controllo mentre tende ad aumentare quello dedicato alle funzioni di pianificazione ed organizzazione.

Management e governance
La letteratura e le best practice in materia governance sottolineano l'opportunità che il management (e, in particolare, il top management) risponda ad un organo collegiale di governo (denominato genericamente board e il cui prototipo è rappresentato dal consiglio di amministrazione delle società per azioni) che dovrebbe occuparsi delle scelte strategiche e della nomina e controllo dei management (la governance dell'organizzazione in senso stretto).
Se esponenti del management sono anche membri di questo collegio - come avviene di norma nelle società per azioni - sarebbe inoltre opportuno che al loro fianco sedessero anche membri che non sono manager (o, come si suol dire, non esecutivi) in modo da evitare conflitti d'interesse.

Fonte: Marketing

venerdì 27 novembre 2009

Coprire le spese con le tariffe speciali

Coprire le spese con le tariffe speciali, usare le tariffe standard per i profitti.

Le compagnie aeree sono state le prime, in concomitanza con lo sviluppo e l'implementazione della distribuzione elettronica attraverso i primi GDS, a realizzare come il semplice principio economico di “domanda e offerta” possa essere utilizzato per massimizzare i profitti.

Vendere tutti i posti disponibili sull’aereo al massimo del prezzo - la tariffa standard? Era quasi sempre praticamente impossibile. Un metodo più efficiente? Vendere prima, offrendo tariffe speciali, almeno un numero di posti sufficiente per coprire le spese; poter quindi alzare i prezzi una volta che fosse stata raggiunta quella base di ricavi minimi.

- Perché, per ottenere tariffe vantaggiose, dobbiamo prenotare i nostri voli mesi prima e senza possibilità di cambiare o cancellare il biglietto?

- Perché i ricavi dati da quelle prenotazioni costituiscono la base per coprire le spese di gestione; a seguire, tutte le altre prenotazioni diventano profitto.

Il principio è lo stesso per gli hotel. Nel momento in cui aumenta la domanda, e l'offerta (la disponibilità delle camere) diminuisce, vengono chiuse le tariffe più basse e solo quelle più alte (le tariffe standard) rimangono disponibili. Gli hotel ai giorni d'oggi hanno bisogno di una base di business per coprire tutte le spese gestionali. Vendere tutte le camere allo stesso prezzo raramente produce un buon tasso di occupazione e un buona tariffa media.

Vincenzo D'Angelo

L'Analisi dei costi

L'analisi dei costi è utile in quanto consente di dare una prima valutazione al grado di elasticità dell'impresa, laddove con elasticità si intende la capacità di sopportare senza gravi conseguenze una diminuzione delle vendite.
Analizzare i costi significa in primo luogo definire il volume e l'incidenza dei costi, fissi, cui si affiancano i costi variabili.

I Costi Fissi

I costi fissi sono tutti i costi che l'imprenditore deve comunque sostenere anche in assenza di produzione (affitto, canoni di leasing, ammortamento dei beni strumentali).

L'entità dei costi fissi è legata in massima parte ai volumi dei capitali investiti nell'attività di impresa per l'acquisto delle immobilizzazioni materiali e più in generale, per assicurarsi la disponibilità dei fattori produttivi. Solitamente le imprese di produzione diretta devono sostenere investimenti iniziali molto elevati, mentre le imprese commerciali e le aziende di servizi abbisognano di capitali minori, potendo così operare con maggior flessibilità e con un rischio d'impresa minore.

I Costi Variabili

I costi variabili sono così chiamati in qunato il loro ammontare è strettamente correlato con il volume di produzione (costi per l'acquisto delle matrie prime e dei materiali di consumo, costi di trasporto, imballaggi).

Dal punto di vista tecnico i costi variabili non costituiscono un fattore di rischio elevato per l'impresa, purché si sia in grado di identificarli, di quantificarli con precisione e di fissare prezzi di vendita remunerativi. E' altrettanto evidente l'interesse degli operatori a ridurre al minimo l'incidenza dei costi fissi in quanto essi rappresentano un chiaro fattore di rischio. Elevati costi fissi vincolano l'imprenditore al perseguimento di elevati livelli di vendita, rendendo problematica l'attività in caso di crisi settoriali e di cadute della domanda.

venerdì 20 novembre 2009

La definizione della missione parte II

Nel post precedente ho elencato i diversi fattori che concorrono a determinare la missione, qui di seguito li analizzò:

La qualità e la quantità delle risorse

Lo svolgimento d'impresa presuppone necessariamente l'utilizzo di fattori produttivi di diversa natura. Il genere e l'entità , sia nell'immediato sia con riferimento alle potenzialità, di sviluppo future. In quest'ambito si fa riferimento alla dotazione in termini di tecnologie, immobilizzazioni, investimenti in ricerca e sviluppo, in quanto fattori ritenuti essenziali specialmente nei settori emergenti a elevato spessore tecnologico.

Le conoscenze e le competenze

Ci si riferisce a quelle dell'imprenditore, dei manager e del personale dipendente. L'elemento umano è infatti determinante in ogni iniziativa economica. Le competenze personali consentono non solo lo sfruttamento efficiente ed efficace di tecnologie e macchinari, ma anche la definizione più appropriata dei rapporti col mercato e con gli interlocutori esterni.
In tal senso sarebbe opportuno che il management avesse già sviluppato in passato esperienze di lavoro nel settore, perchè ciò apporterebbe capacità e competenze specifiche che spesso si traducono in scelte più idonee e risultati più brillanti.

Le caratteristiche del mercato

Il ruolo che l'impresa intende rivestire non è definibile a priori, perché è condizionato dalle caratteristiche della domanda e dal comportamento delle imprese concorrenti. Le aspettative degli acquirenti, l'esistenza di bisogni insoddisfatti e di nicchie di mercato attraenti, nonché eventuali debolezze manifestate dagli altri operatori del settore possono fornire precise indicazioni sul modo in cui collocare la propria immagine e i propri prodotti.



giovedì 19 novembre 2009

TripAdvisor finalmente canale di prenotazioni dirette.

Contro ogni previsione, TripAdvisor porge la mano agli albergatori permettendo finalmente di inserire nella propria pagina tutti i contatti diretti all’hotel, compreso il link al sito ufficiale.
TripAdvisor ha infatti appena annunciato che dal 4 gennaio 2010 ogni hotel potrà richiedere la “Business Listing”, inserendo nella pagina dell’hotel in tutti i 9 nove siti di TripAdvisor nel mondo:

  • Numero di telefono
  • E-mail
  • Link al sito ufficiale
Il servizio non è gratuito, con costi che variano a seconda del numero delle camere della struttura, da un minimo di 600 € per alberghi fino 10 camere ad un massimo di 15.000 € per hotel con 500 -1000 camere (dal 4 al 31 di gennaio è disponibile un’offerta early booking con sconto del 50%).

TripAdvisor finalmente canale di prenotazioni dirette.
Tra i vantaggi di sottoscrivere la Business Listing, TripAdvisor riporta “Reach customers when they’re ready to book” (Raggiungi gli utenti nel momento in cui sono pronti a prenotare).
Sicuramente, un link diretto alla vostra struttura veicolerà traffico altamente qualificato: chi ha letto le vostre recensioni e si sarà fatto una buona opinione dell’hotel, avrà subito la possibilità di accedere al sito ufficiale e, sia che voglia semplicemente visitare la vostra gallery, sia che desideri informazioni sui costi e le disponibilità, avrete molte più chances che prenoti direttamente da voi.

La pianificazione strategica


All'interno delle funzioni aziendali un ruolo preminente è rivestito dall'attività di pianificazione.
"Pianificare significa definire anticipatamente le linee di sviluppo, quindi orientare l'attività verso i traguardi desiderati".

Non tutte le aziende sviluppano questa funzione e solo alcune di esse la attivano in maniera sistematica, quatunque la sua importanza sia ulteriormente aumentata in virtù dei continui mutamenti degli scenari ambientali e competitivi.
L'azienda è un sistema aperto e dinamico in quanto il raggiungimento degli obiettivi istituzionali passa inevitabilmente attraverso una continua interazione con l'ambiente circostante.
considerata la dinamicità del mondo esterno, la pianificazione diventa pertanto lo strumento gestionale più adeguato per definire e gestire in maniera coerente e organica le relazioni con l'ambiente.
La pianificazione strategica è il processo mediante il quale l'azienda, dopo aver analizzato il mercato e aver verificato le risorse disponibili, definisce i propri obiettivi insieme alle strategie più idonee al raggiungimento degli stessi.
Il processo di pianificazione si articola in diversi punti:
  • analisi del settore,
  • definizione della missione aziendale e verifica delle risorse disponibili (o ragionevolmente acquisibili);
  • identificazione di segmenti di mercato ritenuti più idonei alle caratteristiche aziendali;
  • definizione degli obiettivi;
  • formulazione delle strategie.
La definizione della missione e la verifica delle risorse disponibili, Parte I.

La missione di un'azienda si identifica con il ruolo che la stessa intende rivestire nel contesto in cui è inserita e con le relazione che intende instaurare con gli interlocutori tradizionali (clienti, fornitori, concorrenti). La scelta di questi fattori è di importanza vitale poichè condiziona pesantemente tutte quelle successive: ogni elemento deve pertanto essere vagliato con molta attenzione in quanto, una volta definito, difficilmente può essere oggetto di cambiamenti.

La missione viene decisa tenendo conto di diversi fattori:
  • la qualità/quantità di risorse disponibili;
  • le conoscenze e le competenze dell'imprenditore, dei manager e del personale dipendente;
  • le caratteristiche del mercato (come si comportano le aziende concorrenti e cosa si aspettano gli acquirenti).



Vincenzo D'Angelo