lunedì 25 febbraio 2013

La pagella del revenue


La pagella del revenue


  • Quanto del fatturato è on line in percentuale?
  • Quanto allotment abbiamo?
  • Quale è il tempo di dilazione? (crediti/fatturato/365)
  • Escursioni tariffarie e occupazionali tra il mese più alto e quello più basso
  • Si usa un listino?
  • Abbiamo un booking engine?
  • Quante camere vendiamo a rack durante l’anno?
  • Quanti RPT in basa e quanti RPO in alta?
  • Applichiamo tariffe di partenza basse con largo anticipo?


Errori comuni


  • Abbassare le tariffe troppo poco e in ritardo sia in bassa che in alta stagione.
  • Elaborare con troppo ritardo e in genere male la tariffazione di partenza (che vale un 40% del risultato revenue e da enorme visibilità/commerciale).
  • Avere troppo poche convenzioni in portafoglio
  • Tariffe DUS in convenzione troppo alte per massimizzare
  • Ritenere che un IMO intorno al 75% sia buono (100%)


Fonte: Franco Grasso
Vincenzo D'Angelo

venerdì 22 febbraio 2013

Il Nesting


Che cos’è il Nesting?


Il Nesting è una strategia, ossia la segmentazione preventiva della clientela, basandoci sul nostro storico, sull'evoluzione del mercato e sull'analisi delle richieste e dei nostri clienti. La clientela si differenzierà soprattutto per alta o bassa elasticità rispetto al prezzo, alla durata e/o al periodo. Se in un periodo dell'anno so che avrò il 70% di richieste dal canale Web a tariffe che posso gestire e rialzare, non impegnerò il 50% di camere per un Tour Operator, questo sarebbe antieconomico.

Il principio è semplice, se ho 100 camere le posso suddividere in varie tipologie con relativo prezzo dalla più bassa alla più alta, finchè c’è disponibilità della più bassa le altre non vengono vendute.

Vediamo un esempio:

CLASSE TARIFFA CAMERE
= Y         500.00   40
= K         350.00   35
= H         250.00   25
Supponiamo di disporre di un hotel con cento camere dove sono stati individuati tre segmenti, ovvero tre classi tariffarie definite come sopra.

In assenza di logica nesting si potrebbe arrivare all’assurdo di vendere l’intero contingente nel segmento Y e rifiutare la quarantunesima richiesta di servizio per tale segmento, quando ancora sono disponibili camere per i segmenti a tariffe inferiori. In una logica di nesting invece, la disponibilità viene gestita nel seguente modo:

- Camere disponibili a tariffa Y = 40+35+25 = 100
- Camere disponibili a tariffa K = 35+25 = 60
- Camere disponibili a tariffa H = 25

La vendita di un camera a tariffa H comporterà il decremento nelle disponibilità di tutti gli altri segmenti; la vendita di una camera a tariffa K comporterà invece la riduzione delle camere contingenti disponibili in classe K e Y. Con tale procedimento, fin quando rimarrà una camera del segmento H, ossia quella associata alla tariffa più bassa, che risulterà anche vendibile, e più convenientemente, nei segmenti K e Y, associati a tariffe superiori.

In poche parole il segmento con la tariffa più alta, nel nostro caso Y, contiene al suo interno gli altri segmenti che possono essere aperti o chiusi a seconda delle nostre necessità. Potremmo, per esempio chiudere le tariffe H e K nel caso in cui ci fosse una forte richiesta, oppure decidere di impostare meno camere al segmento H per favorire il K.

Naturalmente c'é bisogno sempre di un monitoraggio analitico del nostro dato storico.

Qui di seguito un esempio di analisi Nesting settimanale, differenziando la clientela per segmento: businnes, leisure, TO/AdV e walk in.



Fonte: F. Grasso e P. Tommasi
Vincenzo D'Angelo

Il Revenue Management


Vendere al cliente giusto, al momento giusto, al prezzo giusto. 

Cosa non è il Revenue:
  • Il rimedio temporaneo per combattere la crisi passeggera.
  • Non è miracoloso.
  • Non è un software
  • Non c'è un metodo unico valido per tutte le strutture.
Il Revenue Management si basa su:
  • Alti costi fissi.
  • Bassi costi variabili.
  • Domanda prevedibile.
  • Prodotto deperibile.
Prima di procedere è buona norma definire la differenza tra Revenue e Yield Management. Il primo non tiene conto dei costi il secondo invece si. Infatti, se si traduce dall’inglese vedremo che:

- Revenue = Entrate/Fatturato (Produzione Camere)
- Yield = Profitto, ed il profitto è appunto il risultato delle entrate meno i    costi. 

Tradotto in termini pratici le strategie di pricing (gestione del prezzo) ed inventory (gestione dell’inventario) saranno le stesse ma al momento di decidere il mio canale distributivo farà la differenza il fatto che per esempio Expedia pagherà a me la mia parte al netto della sua commissione mentre sarò io a pagare la commissione a Booking.com. 

Entriamo nel pratico: ipotizziamo che le commissioni siano entrambe al 20% e che il prezzo della mia camera doppia sia € 100,00. Cosa accadrà al mio portafogli? Vendendo su Expedia incasserò €80,00 a 30 giorni dall’arrivo del cliente mentre,  vendendo su booking incasserò all’arrivo del cliente € 100,00 e sarà mia cura pagare il mese successivo i € 20,00 a booking. 

Prendendo in considerazione queste cifre è come se non ci fosse una differenza, ma provate ora a moltiplicare per 1000. Da un lato ci sono 80,000.00 euro che incasserò tra un mese dall’altro ce ne sono 100,000.00 che incasso subito e 20,000.00 di liquidità in più da poter reinvestire o utilizzare per 30 giorni. Ecco questo per farvi notare quando è il momento di scindere tra Revenue ed Yield Management.

Cosa serve per poter iniziare ad utilizzare un approccio revenue alla nostra struttura ricettiva? Gli elementi utili a creare un’efficace strategia di Revenue Management per il vostro Hotel sono sette, qui di seguito riportati:

Conoscenza degli indici.
Analisi dei dati storici.
Analisi di mercato.
Segmentazione della clientela.
Distribuzione.
Pricing dinamico.
Gestione dell’ inventario.

Fonte: F. Grasso, P. Tommasi
Vincenzo D'Angelo


martedì 19 febbraio 2013

Come scrivere una Newsletter efficace?


Vale la pena per un hotel offrire un servizio di newsletter ai clienti? 

Non è facile giudicare, ma una cosa è certa: la newsletter rimane uno dei più potenti strumenti per fidelizzare, mantenere un rapporto con i propri ospiti e non ultimo, per ottenere prenotazioni dirette.

Secondo la Direct Marketing Association, ogni sterlina spesa in e-mail marketing genera 40 sterline di revenue, quindi ha tutte le potenzialità per essere un canale di vendita ad alto ritorno sull’investimento.

Per offrirvi una linea guida su come strutturare le e-mail della vostra newsletter e riflettere su quelle potrebbero le eventuali mancanze, abbiamo messo insieme quelli che secondo la nostra esperienza sono i punti essenziali per realizzare una newsletter che funzioni.

PRIMA DELL’INVIO
Create un database profilato: fate in modo di suddividere la vostra mailing-list per lingua, magari per età e, se possibile, per tipologia di clientela (ad esempio business e leisure). 

Date modo di cancellarsi dalla mailing list: create una call-to-action chiara e ben visibile a fondo newsletter per chi desidera cancellarsi e soprattutto, non trasformate questa azione in un percorso ad ostacoli, perché è fastidioso e frustrante. 

Incentivate l’iscrizione: per rendere più “appetitosa” la vostra newsletter a chi finisce sul vostro sito potete offrire un bonus o un regalo a chi si iscrive, un po’ come accade per incentivare le prenotazioni dirette. 

Create subito un contatto: appena dopo l’iscrizione, fate partire subito un’e-mail di ringraziamento e di benvenuto, altrimenti all’utente non sembrerà neanche di essersi iscritto.

Monitorate ogni aspetto tecnico dell’invio: affidatevi a un’agenzia o utilizzate un software professionale che vi permetta di conoscere la percentuale di apertura, il CTR ed evitare che le vostre newsletter finiscano nella casella spam. 

Testate gli orari e i giorni di invio: inviare una e-mail in un dato giorno o a una data ora può avere un impatto molto forte sull’efficacia delle vostre e-mail. Per questo vi consigliamo di testare accuratamente diverse ore e diversi giorni. E ricordate che se avete anche clienti oltre oceano, c’è il fuso orario!
Secondo alcuni il lunedì mattina è il giorno più sfortunato, perché le persone appena rientrate in ufficio non hanno tempo da dedicare alle attività di piacere e le vostre e-mail potrebbero finire direttamente nel cestino. Meglio allora dopo cena o nel weekend, quando la gente è libera, rilassata e ha il tempo di leggere i vostri messaggi e magari programmare il prossimo viaggio.

Non asfissiateli: non esagerate con la frequenza della newsletter, altrimenti i clienti si sentiranno braccati. Meglio una volta al mese o ogni due mesi.

ASPETTI GRAFICI

Accordatevi con chi si occupa del web design che il layout sia piacevole, ma anche chiaro e soprattutto in linea con la grafica del vostro hotel, in modo che gli ospiti non ne rimangano disorientati.

Utilizzate immagini emotivamente coinvolgenti e in linea col target e le offerte proposte. Fate in modo che le foto non siano troppo pesanti e che siano facilmente scaricabili.

CONTENUTI

Create offerte, pacchetti o eventi pensati espressamente per i vostri clienti target e inviate ad ogni gruppo quelli più consoni. Ad esempio, se i clienti tedeschi vengono soprattutto a settembre o ottobre, assicuratevi di mandar loro le offerte previste per quei mesi con un certo anticipo. Ai clienti business invece ricordate la possibilità di creare convenzioni aziendali agevolate e con servizi pensati solo per loro. 

Ricordate ai clienti che ci siete: un augurio di Natale o di Pasqua con un video divertente o una lettera da parte di tutto lo staff ricorderà ai clienti lo speciale legame che hanno stabilito con voi e la loro piacevole vacanza. Il tutto magari accompagnato da un’offerta esclusiva riservata solo a chi vi ha già visitato.

Curate i contenuti in modo persuasivo: usate foto accattivanti, titoli suggestivi o coinvolgenti e mostrate i reali benefit della prenotazione piuttosto che elencare solo i vostri servizi.

Sfruttate le recensioni: mai sottovalutare l’effetto testimonianza. Inserire in un apposito spazio dell’e-mail un paio di buone recensioni ottenute di recente su TripAdvisor o su Booking.com, può aumentare l’effetto fiducia e rassicurare gli utenti sulla vostra buona ospitalità.

Esprimete familiarità, umanità ed evitate la freddezza, perché la newsletter è fatta per rafforzare il vostro rapporto con il cliente, non solo per vendere. Ad esempio se avete una piccola struttura, magari a conduzione familiare, potreste inserire a rotazione la foto del proprietario, dello chef o di altri membri del team con i quali i vostri clienti hanno contatti diretti e che riconoscono come amici, accompagnati da un messaggio particolare.

Date del voi (o del tu): come detto sopra, fate in modo che la vostra comunicazione non sia impersonale ma accogliente come il vostro hotel. Ovviamente modulate la voce in base al vostro pubblico. È chiaro che agli over 65 non parlerete con lo stesso tono utilizzato per le coppie giovani.

Fateli sentire unici: riuscire a mandare un’e-mail di buon compleanno nella data precisa ad ogni cliente, accompagnata da un’offerta speciale dedicata, è un ottimo modo per mantenere i contatti. Secondo alcune ricerche il tasso di risposta a queste e-mail raddoppia rispetto alle campagne ordinarie.

Siate social: date la possibilità di condividere i vostri contenuti con ogni mezzo, dall’e-mail a Facebook, Twitter, Pinterest e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente dovrete inserire gli appositi bottoni in modo che siano ben visibili. Non offrire il social sharing significa perdere infinite opportunità e chiudere la porta in faccia ad altri, potenziali clienti.

Siate coraggiosi, testate, inventate, sperimentate: non rimanete sempre ancorati alle vecchie, buone offerte con piccoli sconti e banali cene romantiche. Per distinguervi e farvi scegliere, gli utenti oggi vogliono di più.

DOPO L’INVIO

Tracciate i risultati: cercate di tenere traccia di quanti dei vostri destinatari hanno effettuato una prenotazione. Potete ad esempio usare dei codici promo dedicati o offerte speciali uniche che vi permettano di testare al 100% quali di queste siano più efficaci per il vostro target.

Sondaggi esplorativi: se avete una base di iscritti abbastanza ampia e di lunga data, provate a condurre un piccolo sondaggio annuale per capire quale tipo di offerta sia apprezzata di più, con che cadenza si desidera ricevere la newsletter, che livello di gradimento hanno raggiunto le newsletter dell’anno precedente. Poche, semplici richieste, potrebbero svelarvi dati altrimenti nascosti agli occhi. In più farete capire ai clienti che tenete alla loro opinione.

Fonte: Booking
Vincenzo D'Angelo

lunedì 18 febbraio 2013

I clienti e le recensioni, tra il vero e il falso.


In un recente studio condotto da eMarketer dal titolo “Online User Reviews: Building Trust and Boosting Sales,” l’azienda di ricerca esprime la preoccupazione relative alla crescita delle recensioni false in parallelo alla crescita di importanza e di influenza che queste hanno assunto in qualsiasi processo di acquisto.

Per adesso gli utenti non percepiscono e non temono questo risvolto, ma eMarketer insinua il dubbio: La questione è se i consumatori siano in grado di vedere le recensioni false come incidenti isolati, oppure se queste recensioni siano così persuasive da minacciare la sicurezza degli acquirenti.

Se analizziamo gli ultimi sviluppi relativi alle recensioni false, in cui vanno incluse le recensioni-ritorsioni, lo scandalo delle recensioni a pagamento offerte da alcune agenzie marketing, e, soprattutto, le recensioni fraudolente scritte dagli albergatori per aumentare il proprio ranking o abbassare quello dei competitor, sorge l’ipotesi di una progressiva perdita di fiducia da parte degli utenti nei confronti di un servizio che riteniamo di estrema utilità per qualsiasi azienda.

Se a queste problematica aggiungiamo le difficoltà dimostrate dalle piattaforme di raccolta recensioni (TripAdvisor) nel creare algoritmi di difesa, il quadro potrebbe aggravarsi.

Tutto questo potrebbe minare seriamente il sistema, ma a chi sarebbe da imputare la colpa? Solo a qualche utente arrabbiato e ai sistemi di controllo imperfetti dei siti di recensioni? Oppure anche gli albergatori sarebbero da ritenere responsabili?

Era il dicembre del 2009 quando Michele Aggiato di Zoover Italia fu intervistato a proposito di questa problematica: Aggiato all’epoca dichiarò con certezza che: Un buon 13% dei commenti scritti ogni 2 mesi, sono testimonianze spudoratamente fasulle degli albergatori.

Oggi, a tre anni di distanza, il fenomeno purtroppo sussiste ancora, senza che gli albergatori comprendano l’enorme danno che così facendo arrecano a se stessi e al mercato.

I siti di recensioni sono uno dei fenomeni più meritocratici prodotti dal web: un sistema che dà la parola ai clienti, che premia la qualità dei servizi e offre gratuitamente alle strutture la possibilità di migliorarsi come prima non sarebbe mai stato possibile.

E’ assolutamente necessario che gli albergatori in prima persona si impegnino a far sì che le recensioni false non prendano il sopravvento e non rischino di distruggere un fenomeno che al settore può far solo del bene.

Fonte: Booking
Vincenzo D'Angelo