Il cuore dell'offerta turistica consiste senza dubbio nelle risorse turistiche primarie che le destinazioni possiedono.
Le risorse turistiche primarie, segnatamente il patrimonio naturale e culturale, hanno due caratteristiche fondamentali. La prima è la loro unicità e, quindi, la loro non riproducibilità. Questa caratteristica rende queste risorse scarse in maniera assoluta e trasla sulle destinazioni la questione delle modalità con cui utilizzare e sfruttare le risorse turistiche in modo ottimale.
La risposta più semplice ai problemi di allocazione ottimale delle risorse, sarebbe quella di lasciare che il mercato faccia il suo dovere. L'incontro tra le esigenze di chi produce o gestisce e quelle dei consumatori genera un segnale forte e chiaro in grado di esprimere inequivocabilmente la scarsità della risorsa; questo segnale si può toccare con mano nel prezzo di mercato.
Tuttavia, il fatto che una buona parte del patrimonio naturale e culturale sia un bene pubblico, e pertanto difficilmente scambiabile sul mercato, rende la risposta tradizionale inefficace.
Il lasciare l'utilizzo delle risorse turistiche all'improvvisazione porta facilmente ad un sottoutilizzo della risorsa turistica (l'assenza di prezzo fa sì che nessuno percepisca il grande valore intrinseco della risorsa) oppure - al contrario - ad un utilizzo eccessivo della risorsa turistica (il grande valore intrinseco del patrimonio è riconosciuto ma, poiché la fruizione della risorsa non comporta alcun costo, la domanda si spinge verso l'infinito).
Occorre pertanto trovare un paradigma alternativo al mercato, incardinato sul concetto dello sviluppo turistico sostenibile. E' opportuno rendersi conto, quanto prima, che è necessario un pianificatore per garantire che lo sviluppo turistico sia effettivamente sostenibile, evitando dunque un sotto o sovra utilizzo della destinazione.
Per garantire che lo sviluppo turistico sostenga l'economia locale della destinazione, il livello di sviluppo dovrebbe innanzi tutto aver raggiunto una certa soglia minima, oltre alla quale i costi d'investimento vengono compensati dai ricavi totali. Non è però sufficiente. Va garantito un livello di sviluppo tale da non superare anche una specie di soglia massima oltre alla quale le esternalità negative annientano i ricavi. Questa soglia massima è la capacità di carico della destinazione. Il concetto della capacità di carico presenta diverse dimensioni, riassumibili in quattro gruppi:
a) una dimensione fisica, definita come la quantità massima di visitatori collegata alla sopportazione fisica delle risorse primarie;
b) una dimensione sociale, definita come la quantità massima superata la quale cominciano a verificarsi importanti conflitti tra la popolazione locale e i turisti;
c) una dimensione economica, definita come la quantità massima di visitatori collegata con la qualità dell'esperienza del turista;
d) una dimensione socio-economica: definita come la quantità massima di visitatori collegata all'effetto spiazzamento, cioè quella soglia oltre la quale il turismo tende a schiacciare le altre attività economiche e sociali.
Nel prossimo post una case history.
Fonte:
Jan van der Borg
Vincenzo D'Angelo








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