sabato 12 giugno 2010

Il CTR per ogni posizionamento

Che essere tra le prime posizioni organiche sui motori di ricerca generi un traffico maggiore al proprio sito non è certo un mistero, ma spesso ci si chiede in che misura, a livello di click, ci sia una reale differenza tra il posizionarsi al primo, al secondo o al terzo posto nelle SERP.

Pur constatando ogni giorno che un primo posizionamento genera sicuramente un CTR più alto di quelli successivi, intuitivamente si tende a pensare che non vi sia una differenza decisiva.

In realtà già nel 2006, a seguito di un’accidentale perdita di dati da parte dell’azienda americana AOL, fu sotto gli occhi di tutti che tra primo e il secondo posto ci sarebbe un’enorme percentuale di differenza in termini di CTR, un’analisi oggi confermata da altri studi, sebbene le differenze si siano di molte ridotte.

Di fatto, la prima posizione raggiunge un CTR quasi doppio rispetto alla seconda: davvero una bella differenza.

Dai dati di AOL nel 2006 si poté stimare che il primo posto ottiene il 42% del traffico rispetto all’11% del secondo posto e all’8% del terzo.


2. Lo studio del SEO Neil Worker accorcia invece le distanze, sebbene il CTR del primo posizionamento resti stabile intorno al 46%.

3. Secondo l’azienda di advertising Chitika Study invece, il primo posizionamento riscuoterebbe un CTR del 34% a fronte di un 17% per il secondo posto.

Le nuove funzionalità dei Google Webmaster Tools per testare il CTR dei posizionamenti

Oggi è possibile capire effettivamente il CTR ottenuto dal proprio sito per il posizionamento di ogni parola chiave grazie ai nuovi dati generati dai Google Webmaster Tools. Lo stesso studio di Neil Worker precedentemente citato, è stato condotto analizzando i dati ottenuti grazie a questo
strumento sulla base di 2.700 parole chiave.

Se prima infatti i Tool di Google permettevano solo di stimare la posizione media ottenuta dal proprio sito per una determinata query, adesso è possibile controllare con precisione il numero di impression e il CTR per ogni posizionamento associato a quella query.

Il Click-through rate (siglato in CTR) ("Percentuale di clic" in italiano) è un tasso che misura l'efficacia di una campagna pubblicitaria on line. Se un banner o messaggio pubblicitario esposto sul World wide web è visualizzato 100 volte (impression delivered, ogni volta che un banner è caricato su una pagina web ed essa è visualizzata nel monitor di un utente) e una persona vi clicca sopra, il CTR risulterà del 1%; è quindi considerato un indicatore significativo dell'interesse dell'utenza nei confronti del messaggio proposto.
Le percentuali medie CTR nel corso degli anni si sono ridotte anche molto al di sotto del 1%, così che oggi un CTR del 2% è da considerarsi un ottimo successo. Ma scegliendo un sito appropriato per il proprio messaggio, con un alto grado d'affinità con esso (per esempio un sito sul cinema per
pubblicizzare un film), lo stesso banner può ottenere un CTR anche molto più alto. Personalizzandolo, usando modalità fuori dal comune e maggiormente invasive, il messaggio ottiene CTR maggiori di un banner pubblicitario standard.
Il CTR è calcolato comunemente dal rapporto tra numero di click e numero di 'impressions', ma può essere messo in relazione anche con il numero di persone che hanno cliccato (CTOR, click-to-open rate) che generalmente è considerato più attendibile.
Infatti, se un utente ha visualizzato il messaggio pubblicitario e vi clicca sopra più volte, il CTR aumenta (anche se i cliccatori in realtà non sono aumentati), mentre il CTOR resta inalterato.
Il CToR è determinante per valutare il successo di campagne marketing on line o e-mail, newsletter, ecc, e per una corretta e più utile profilazione del proprio database di contatti.
Fonte: Booking
Vincenzo D'Angelo

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