lunedì 21 giugno 2010

Aumenta le prenotazioni con la call to action

La “call-to-action” è quell’elemento online, banner, link o bottone, che invita l’utente a compiere una determinata azione. Solitamente contiene un verbo imperativo seguito da un oggetto (es: Visita le nostre camere, Iscriviti alla newsletter, Prenota la tua cena, ecc.).

Call to action sono tutti quei link che all’interno di un sito guidano l’utente nella navigazione, dunque garantiscono la navigabilità e la usabilità del sito stesso, ma sono anche lo strumento più potente per indurre l’utente a compiere le azioni target del nostro sito, dall’iscrizione ad una newsletter fino alla prenotazione nel caso dell’hotel.

Ogni volta che devo descrivere un sito web, penso ad una casa: ogni pagina è una stanza e ogni stanza è collegata alle altre stanze grazie alle “call to action” (invito all’azione) che, metaforicamente parlando, sono come le porte.

Ora, vi siete mai immaginati una casa senza porte? Ogni stanza sarebbe isolata, non sarebbe possibile visitare l’abitazione se non con grandi difficoltà: questo è ciò che accade alle pagine di un sito senza le dovute call-to-action. Un sito senza call to action è come una casa senza porte.
La disposizione corretta delle call to action per navigare il sito

Ogni pagina del sito, indipendentemente dal menù generale di navigazione, che deve essere sempre ben visibile in alto o a lato, deve contenere delle call-to-action che guidino l’utente nella navigazione del sito, in un flusso spontaneo che conduca all’azione finale da voi desiderata.

Ma non tutte le call-to-action sono adatte alla stessa pagina: per sapere quali call to action posizionare in ogni pagina, dovete immaginare quale sia il passo successivo che il vostro utente logicamente intraprenderà per ottenere le informazioni desiderate. Nel caso del sito di un hotel dunque, nella home page si potrà trovare il link alla pagina della location, perché è fondamentale capire dove è dislocata esattamente la struttura, se è semplice raggiungerla, quanto è distante dai punti di interesse. Oppure, se uno degli elementi caratterizzanti della USP dell’hotel è il centro benessere, è ovvio che si inviterà l’utente a visitare la pagina dedicata.

Inutile dire che le call to action devono essere sempre ben visibili e distinguersi dal resto del testo, pur restando in ogni caso “contestuali” a ciò che l’utente sta leggendo.

Le giuste call to action per concludere l’acquisto ed ottenere contatti
Oltre alle call to action che favoriscono la navigabilità (es: Visita le nostre Camere), ci sono altre tipologie di call to action da inserire nel sito, importanti per convincere l’utente a prenotare o lasciare i propri contatti:

Verifica la disponibilità o prenota subito!: si tratta della call to action definitiva, quella che determina la conclusione della trattativa. Se avete un buon booking engine, ma dovreste davvero averne uno per ottenere il massimo dal vostro sito ufficiale, l’utente potrà verificare le disponibilità direttamente online, ma nel caso non ne possediate uno, predisponete un modulo semplice e molto veloce, con pochi campi da compilare e garanzia di risposta entro e non oltre 24 ore.

Chiamaci subito / Parla con il nostro receptionist: Per fugare qualsiasi dubbio o incertezza che possa nascere nell’utente, non c’è niente di meglio che dargli la possibilità di comunicare direttamente e gratuitamente con qualcuno in hotel. Per fare questo potete attivare una live chat oppure un account Skype, Sitòfono o un’altra live chat di assistenza.
Iscriviti alla nostra newsletter – per ricevere tutte le novità e le promozioni su Firenze: quando invitate gli utenti ad iscriversi all’ennesima newsletter, non potete semplicemente invitarli all’iscrizione, ma offrire in cambio un “benefit”, ovvero un vantaggio immediato. Può trattarsi di un vantaggio reale da godere dopo la prenotazione, come particolari bonus (sconti, regali, ecc.), oppure la semplice promessa di inviare contenuti rilevanti relativi alla vostra destinazione o consigli di viaggio.

Scopri novità e promozioni sulla nostra pagina Facebook / Bottone “Condividi”: Rendete il vostro sito ”sociale”, dando la possibilità agli utenti di condividere i vostri contenuti o dimostrare un apprezzamento verso di voi. Potrete in questo modo generare buzz e aumentare la vostra visibilità ed i vostri contatti.

Guarda il nostro video esclusivo: Gli utenti oggi sono sempre più esigenti e sensibili alla ricchezza di contenuti del sito. Offrire dei contenuti multimediali come un video dedicato al vostro hotel e alla vostra location, aiuta gli utenti a capire meglio i punti della vostra USP.
Ottieni il tuo codice promozionale e prenota con il 15% di sconto: codici promozionali e coupon a certe condizioni, possono essere un enorme incentivo all’acquisto.

Scarica subito la tua guida “Le 10 cose da non perdere a Firenze”: dopo tanta esperienza con i propri clienti, si impara a capire che cosa vogliono e che cosa cercano. Dunque create delle piccole guide in PDF che possano essere utili per chi verrà a visitare il vostro sito: ad es. indicate i locali più cool o i posti migliori dove fare shopping. In questo modo offrirete ai vostri utenti un valore aggiunto che potrebbe invogliarli maggiormente a prenotare presso di voi piuttosto che da un competitor

USP: L'Unique selling proposition, che in italiano potrebbe essere tradotto come "argomentazione esclusiva di vendita", è un modello teorico di funzionamento della pubblicità formulato da Rosser Reeves negli anni quaranta.
Secondo tale principio una pubblicità, affinché possa essere efficace, deve puntare su "un unico argomento di vendita" (Selling point). E per unico s'intende una caratteristica propria di un prodotto che non è appannaggio della concorrenza.

Fonte:Booking
Vincenzo D'Angelo

sabato 12 giugno 2010

Il CTR per ogni posizionamento

Che essere tra le prime posizioni organiche sui motori di ricerca generi un traffico maggiore al proprio sito non è certo un mistero, ma spesso ci si chiede in che misura, a livello di click, ci sia una reale differenza tra il posizionarsi al primo, al secondo o al terzo posto nelle SERP.

Pur constatando ogni giorno che un primo posizionamento genera sicuramente un CTR più alto di quelli successivi, intuitivamente si tende a pensare che non vi sia una differenza decisiva.

In realtà già nel 2006, a seguito di un’accidentale perdita di dati da parte dell’azienda americana AOL, fu sotto gli occhi di tutti che tra primo e il secondo posto ci sarebbe un’enorme percentuale di differenza in termini di CTR, un’analisi oggi confermata da altri studi, sebbene le differenze si siano di molte ridotte.

Di fatto, la prima posizione raggiunge un CTR quasi doppio rispetto alla seconda: davvero una bella differenza.

Dai dati di AOL nel 2006 si poté stimare che il primo posto ottiene il 42% del traffico rispetto all’11% del secondo posto e all’8% del terzo.


2. Lo studio del SEO Neil Worker accorcia invece le distanze, sebbene il CTR del primo posizionamento resti stabile intorno al 46%.

3. Secondo l’azienda di advertising Chitika Study invece, il primo posizionamento riscuoterebbe un CTR del 34% a fronte di un 17% per il secondo posto.

Le nuove funzionalità dei Google Webmaster Tools per testare il CTR dei posizionamenti

Oggi è possibile capire effettivamente il CTR ottenuto dal proprio sito per il posizionamento di ogni parola chiave grazie ai nuovi dati generati dai Google Webmaster Tools. Lo stesso studio di Neil Worker precedentemente citato, è stato condotto analizzando i dati ottenuti grazie a questo
strumento sulla base di 2.700 parole chiave.

Se prima infatti i Tool di Google permettevano solo di stimare la posizione media ottenuta dal proprio sito per una determinata query, adesso è possibile controllare con precisione il numero di impression e il CTR per ogni posizionamento associato a quella query.

Il Click-through rate (siglato in CTR) ("Percentuale di clic" in italiano) è un tasso che misura l'efficacia di una campagna pubblicitaria on line. Se un banner o messaggio pubblicitario esposto sul World wide web è visualizzato 100 volte (impression delivered, ogni volta che un banner è caricato su una pagina web ed essa è visualizzata nel monitor di un utente) e una persona vi clicca sopra, il CTR risulterà del 1%; è quindi considerato un indicatore significativo dell'interesse dell'utenza nei confronti del messaggio proposto.
Le percentuali medie CTR nel corso degli anni si sono ridotte anche molto al di sotto del 1%, così che oggi un CTR del 2% è da considerarsi un ottimo successo. Ma scegliendo un sito appropriato per il proprio messaggio, con un alto grado d'affinità con esso (per esempio un sito sul cinema per
pubblicizzare un film), lo stesso banner può ottenere un CTR anche molto più alto. Personalizzandolo, usando modalità fuori dal comune e maggiormente invasive, il messaggio ottiene CTR maggiori di un banner pubblicitario standard.
Il CTR è calcolato comunemente dal rapporto tra numero di click e numero di 'impressions', ma può essere messo in relazione anche con il numero di persone che hanno cliccato (CTOR, click-to-open rate) che generalmente è considerato più attendibile.
Infatti, se un utente ha visualizzato il messaggio pubblicitario e vi clicca sopra più volte, il CTR aumenta (anche se i cliccatori in realtà non sono aumentati), mentre il CTOR resta inalterato.
Il CToR è determinante per valutare il successo di campagne marketing on line o e-mail, newsletter, ecc, e per una corretta e più utile profilazione del proprio database di contatti.
Fonte: Booking
Vincenzo D'Angelo

Come "ripesecare" i potenziali clienti che hanno visitato il nostro sito internet.

Una campagna pay-per-click in un settore come quello alberghiero, dove la competizione è altissima ed è sempre più complicato individuare le parole chiave long-tail che possono portare buoni CTR e conversioni a costi ragionevoli, solitamente non permettere di raggiungere tassi di conversione che superino il 2,5-3%, nella maggior parte dei casi.

Anche per quanto riguarda il sito ufficiale in sé e per sé, il tasso di conversione non supera quasi mai il 2-3%, sebbene abbiamo anche casi
del 6 -7 % e oltre.

Questo perché in media, l’utente che intende prenotare un soggiorno visita oltre 20 portali e siti di hotel prima di concludere la prenotazione, e che raggiunga il vostro sito attraverso un annuncio, un banner a pagamento, un sito di riferimento o la semplice ricerca organica, difficilmente prenoterà alla prima visita. Più spesso saggerà il terreno, si farà un’idea e tornerà più tardi.

Ma come avere maggiori chance di “ripescare” quegli utenti che hanno già visitato il nostro sito ma non hanno ancora prenotato, per tentare di far superare loro l’iniziale indecisione e spingerli ad acquistare? È possibile condurre campagne marketing più specifiche e che possano mantenere un CTR più alto di quello ottenuto con il semplice PPC?

Remarketing per ripescare i clienti mancati
Recentemente Google ha lanciato “Remarketing”, un nuovo sistema di advertising legato ad Adwords, rivolto esclusivamente agli utenti che hanno già visitato determinate pagine del vostro sito.

Il Remarketing va in qualche modo a completare il sistema di advertising attuato fino ad ora con la Rete di Ricerca e la Rete di Contenuti, dando la possibilità all’azienda di decidere non più solo “dove” far comparire gli annunci, ma anche “a chi” rivolgersi.

Chi ha già visitato il vostro sito infatti, è sicuramente più interessato di tutti gli altri utenti ad acquistare, dunque rivolgere nuovamente a quel cliente un particolare messaggio promozionale, offre sicuramente maggiori possibilità di raggiungere l’acquisto/prenotazione.

I responsabili di Google hanno dichiarato sul Blog ufficiale: “Abbiamo lanciato una prima sperimentazione di Remarketing nel marzo 2009 come parte integrante del nostro interest-based advertising in versione beta. Abbiamo ricevuto feedback molto positivi dalle centinaia di aziende che l’hanno implementato in questi mesi, in tutti i settori industriali – automobilistico, vendita al dettaglio, finanziario. Abbiamo potuto constatare che il Remarketing ha funzionato bene per molti tipi diversi di inserzionisti, sia che volessero aumentare la brand awareness che attrarre visite e conversioni”.

Come avviare una campagna Remarketing
Attraverso il Remarketing, è possibile sapere con sicurezza quanti e quali utenti hanno visitato ogni specifica pagina del nostro sito. Per avviare una campagna di Remarketing è necessario accedere al proprio account Adwords, scegliere quali pagine monitorare ed inserire in tali pagine gli appositi tag forniti da Google.

Grazie a questi tag, ogni volta che un utente visiterà la vostra pagina, il sistema attribuirà un cookie ID a quell’utente. Il sistema collezionerà i cookie ID di ogni utente creando una vera e propria lista. Ogni qual volta gli utenti delle liste a cui vogliamo rivolgere la nostra campagna di
Remarketing, visiteranno un sito appartenente alla Rete di Contenuti di Google, il sistema li riconoscerà e farà in modo che visualizzino il nostro messaggio promozionale.

È pur sempre vero che gli utenti talvolta svuotano la cache dei cookie sul proprio computer, ma ovviamente, parlando in questi casi di grandi numeri, ciò non dovrebbe incidere troppo sulla campagna.

I vantaggi del Remarketing
Ciò che rende davvero interessante e potenzialmente molto efficace il Remarketing, sono fondamentalmente tre aspetti:

- La possibilità di segmentare in maniera molto specifica gli utenti che hanno visitato il vostro sito, per rivolgere ad ogni gruppo campagne di advertising altamente targettizzate. Ad esempio ci si può rivolgere nuovamente a tutti i clienti che hanno visitato il sito, escludendo quelli che hanno già prenotato. Oppure si può selezionare quelli che hanno visitato la pagina dedicata ai viaggi di nozze per indirizzare solo a loro un annuncio persuasivo a tema “luna di miele”.
- La possibilità di intervenire sull’utente in un momento del processo decisionale probabilmente più vicino al suo culmine di quanto non lo fosse quello in cui ha operato la prima ricerca generica che lo ha condotto al vostro sito.
- La possibilità di creare campagne distinte a seconda di quanto tempo è passato da quando l’utente ha visitato o prenotato sul sito l’ultima volta (7 gg – 15 gg – 30 gg).
Fonte: Booking
Vincenzo D'Angelo